L’Unità di Riproduzione Vistahermosa e la Cattedra di Biomedicina Riproduttiva della UMH impulsano la formazione in infertilità tra biochimici, embriologi e farmacisti
Come si può arrivare a formare un essere complesso a partire da un ovocito fecondato; come combattere lo stress ossidativo che provoca la subfertilità; le attuali tecniche per la criopreservazione di embrioni e come sapere quali pazienti risponderanno meglio a un trattamento di stimolazione di ovuli o spermatozoi, furono i temi affrontati nella V Giornata di Ex Alunni del Corso di Specialista in Biologia della Riproduzione Assistita, organizzato dall’Unità di Riproduzione Vistahermosa e la Cattedra di Biomedicina Riproduttiva dell’Università Miguel Hernández.
Realizzare il Corso di Specialista in Biologia della Riproduzione Assistita ha dato agli studenti l’opportunità di lavorare a stretto contatto con professionisti di prestigio dell’Unità di Riproduzione Vistahermosa come i dottori José López Gálvez, Joaquín Rueda, Juan Manuel Moreno o Manuel Lloret. Tali studi centrati in problemi di infertilità hanno rappresentato un importante trampolino di lancio per i lavori e le ricerche che stanno realizzando attualmente la biochimica Beatriz del Blanco, la farmacista Raquel Ajo e gli embriologi Teresa Rubio e Pablo Alberola.
Beatriz del Blanco lavora presso l’Istituto di Parassitologia e Biomedicina López Neira di Granada. L’obiettivo delle sue ricerche è trovare i modelli di regolazione dell’esplosione di geni durante lo sviluppo della tappa embrionaria e fetale. Secondo la ricercatrice, “la risposta si trova nel genoma (DNA), nei geni coinvolti nelle diverse tappe dello sviluppo, concretamente quelli coinvolti nello sviluppo del sistema immunitario”.
L’importanza di questo lavoro si basa nel fatto che una cattiva regolazione durante lo sviluppo sfocia in malattie autoimmuni, cancro o immunodeficenze.
Nel corso degli ultimi 20 anni è stata rilevata negli uomini bassa qualità seminale per via di diversi fattori ambientali -contaminazione, pesticidi, esposizioni chimiche, alte temperature- e a causa dello stile di vita -consumo di sostanze tossiche come l’alcol e il tabacco e una cattiva alimentazione-. Tutto ciò provoca uno stress ossidativo che provoca subfertilità e che incide direttamente sulla diminuzione e interruzione di gravidanze.
Teresa Rubio verifica presso l’Hospital La Vega di Murcia l’importanza degli antiossidanti nell’infertilità maschile e ha confermato che con integratori alimentari che contengono, tra altri, vitamina E, Zinco, Selenio, Coenzima Q10 e Omega 3, è stato possibile migliorare sia la concentrazione che la motilità seminale, e ciò contribuisce a raggiungere una gravidanza.
Pablo Alberola lavora presso la Clínica Moncloa di Madrid e nel suo intervento sulla vitrificazione ha presentato il processo che si sta realizzando durante gli ultimi anni nei laboratori di riproduzione assistita per la criopreservazione di embrioni di cicli di FIVET in contrasto con il perfezionamento dei protocolli elaborato tra collaboratori australiani e americani per la standardizzazione del processo mediante la costruzione di un’equipe automatica di criopreservazione di embrioni attraverso la vitrificazione.
Alberola spiega che “l’equipe si chiama GAVI (Genea Automated Vitrification Instrument) e realizza la vitrificazione embrionaria in diversi passi in modo automatico utilizzando dei sopporti e dei mezzi di vitrificazione propri e controllati da un software che realizza il protocollo di vitrificazione a seconda dello stadio in cui si trova l’embrione”.
Raquel Ajo lavora presso l’Hospital General Universitario di Alicante come Personale di Sostegno alla Ricerca e collabora con diversi Servizi di questo centro (Cardiologia, Unità del Dolore, Farmacologia Clinica e Unità di Andrologia). Attualmente sta realizzando la sua tesi sul tema “Ipogonadismo secondario al trattamento cronico con oppioidi in pazienti con dolore cronico non oncologico”, presso l’Unità del Dolore di questo ospedale.
I suoi ultimi lavori si incentrano nella Farmacogenetica, scienza che studia l’effetto della variabilità genetica di un individuo nella sua risposta a farmaci, ossia, la capacità di risposta di un soggetto a un trattamento determinato. Per questo motivo afferma Raquel che “includere tutte le specialità mediche e nel campo della Riproduzione Assistita ci può aiutare a conoscere quali pazienti risponderanno meglio a un trattamento di stimolazione di ovuli e spermatozoi”.